1958 - Inaugurazione a.a. 1958-1959

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Palazzo della Sapienza, Aula magna nuova, 15 novembre 1958.

Inaugurazione a.a. 1958-1959 - non_disp

Relazione del magnifico rettore prof. Enrico Avanzi in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 1958-1959

 

Eccellenze, Autorità, Signore e Signori, Colleghi, Studenti,

il giorno 8 novembre del decorso anno, in considerazione della grave situazione finanziaria nella quale erano venute a trovarsi le Università e gli Istituti superiori, fu tenuta, presso la sede del Rettorato di questo Ateneo, una riunione plenaria dei Rettori, la quale assunse un carattere di particolare rilievo ed ebbe una profonda eco nella nazione; perché volle additare al Governo e al Paese la insostenibile situazione della ricerca scientifica e dell’insegnamento superiore, ai quali, malgrado gli sforzi del Ministero della Pubblica Istruzione, venivano assegnati dei contributi di irrisoria entità.

A seguito di quella riunione, il Senato accademico di questa Università, per dimostrare la sua adesione all’atteggiamento dei Rettori e per mettere maggiormente in luce la fondatezza delle richieste che erano state formulate, prendeva la grave decisione di non attuare la consueta cerimonia della inaugurazione dell’anno accademico.

L’anno accademico attuale si apre, invece, in una atmosfera di giustificata serenità e di viva fiducia, e perciò, animati da questi sentimenti, siamo particolarmente lieti e onorati di porgere il saluto devoto e riconoscente alle autorità che sono qui convenute o che hanno aderito a questa cerimonia; lo estendiamo ai privati cittadini, lo rivolgiamo, con memore cordialità, ai colleghi, e lo indirizziamo, con particolare affetto, agli allievi, i quali, in questo centro di studi, si preparano ad entrare nella vita attiva della nazione.

 

Nell’accingerci a svolgere la consueta relazione inaugurale, siamo costretti a premettere che, per evitarne la eccessiva aridità e lunghezza, dobbiamo tralasciare fatti e nomi che non avremmo voluto tacere.

Per quanto obbligati a cenni particolarmente riassuntivi, osiamo tuttavia sperare di poter dare un quadro sufficientemente dimostrativo dell’attività, delle esigenze e delle prospettive di questo Ateneo.

 

Il numero degli studenti in corso, sul piano nazionale, che aveva subito la massima flessione nell’anno 1944-45, (nel quale toccò il numero di 136.458) ha segnato, in questi ultimi anni, un sensibile aumento, che è in contrasto con l’auspicata riduzione del numero degli studenti fuori corso, la quale, essendo stata molto rilevante, ha portato alla riduzione del numero complessivo degli studenti universitari.

 

Studenti delle Università e degli istituti superiori

 

Anno

In corso

Fuori corso

Totale

1954-55

136458

100

75106

100

211564

100

1955-56

139016

101

71205

95

210221

100

1956-57

139595

103

50528

67

190123

89

1957-58

145512

107

49168

65

194680

92

 

Nella nostra Università si è manifestato un fatto analogo, con la differenza che l’accresciuto numero degli studenti in corso - essendo stato più elevato della contrazione del numero degli studenti fuori corso - ha determinato un nuovo aumento della popolazione scolastica.

 

Studenti della Università di Pisa

 

Anno

In corso

Fuori corso

Totale

1954-55

4802

100

2309

100

7111

100

1955-56

4956

104

2272

99

7228

102

1956-57

4096

107

2207

95

7303

102

1957-58

3332

111

1948

85

7280

102

 

Il numero dei laureati ha avuto un andamento normale.

 

Laureati negli anni accademici 1956-57 e 1957-58

 

 

1956-57

1957-58

Facoltà

Numero

Con lode

Numero

Con lode

Giurisprudenza

104

11

101

8

Lettere e filosofia

73

10

78

14

Medicina e chirurgia

62

5

83

8

Scienze m.f.n.

73

5

88

11

Farmacia

38

-

40

-

Ingegneria

214

11

173

6

Agraria

18

1

20

4

Medicina veterinaria

44

2

20

-

Economia e commercio

80

1

58

6

Sezione di lingue e letterature straniere

36

3

39

1

Totale

742

49

700

58

 

Il nome dei laureati con lode nell’anno 1957-58 sarà pubblicato a parte. Ad essi sarà conferita la medaglia d’argento il 29 maggio, in occasione delle cerimonie celebrative del 112° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara.

 

Nei due decorsi anni accademici l’Università ha subito gravi perdite, che hanno avuto una larga e profonda eco di rimpianto nel mondo culturale italiano e straniero.

Francesco Galdi, Augusto Mancini, Guido Sensini, Matteo Marangoni, tra i maestri collocati a riposo; Lorenzo Mossa, Narciso Favilli e Vito Fazio Allmayer tra quelli fuori ruolo; Giuseppe Picchi già aiuto nella Facoltà di Ingegneria, è scomparso poco dopo la nomina a titolare nella Università di Cagliari. Inoltre: Anna Maria Zanini, incaricata nella Facoltà di economia e commercio; Ugo Balloni e Fanfulla Giuseppe Pracchia, appartenenti al personale subalterno.

Desideriamo confermare la riconoscenza dell’Ateneo Pisano alla memoria degli scomparsi, e nel rinnovare l’espressione del nostro cordoglio alle rispettive famiglie, ci sia consentito di rivolgere un particolare pensiero al ricordo di Augusto Mancini, al quale avemmo l’onore di succedere nel governo di questa Università.

 

Sono stati collocati a riposo, per limiti di età: col 1° novembre 1957, Gennaro Fiore, già ordinario di Clinica pediatrica, e Gino Baggio, già ordinario di Clinica chirurgica; col l° novembre 1958, Costantino Jannaccone, già ordinario di Diritto ecclesiastico.

Nel rinnovare ad essi il nostro riconoscente saluto e l’augurio di un sereno riposo, desideriamo aggiungere che i loro nomi continueranno a figurare nell’«Annuario» della Università, come segno di continuità della loro opera.

Col 1° novembre dell’anno 1957, è stato collocato fuori ruolo Lodovico Preziuso, ordinario di Anatomia degli animali domestici, e, col l° novembre del 1958, uguale posizione ha assunto Enrico Avanzi, ordinario di Agronomia generale e coltivazioni erbacee.

Sono due titolari che lasciano l’insegnamento ufficiale, e mentre va al primo la gratitudine e la fiducia dell’Ateneo Pisano, il secondo eleva dal profondo dell’animo un umile ringraziamento a Dio per averlo riportato a insegnare nella Università della quale fu allievo.

Sono passati ad altre Università: nell’anno accademico 1956-57, Pietro Gismondi, ordinario di Diritto ecclesiastico, e Luigi Scaramelli, ordinario di Filosofia teoretica, scomparsa nel decorso anno mentre ancora molto da Lui attendevano la Scienza e la Scuola; nell’anno accademico 1957-58, Virgilio Andrioli, ordinario di Diritto processuale civile; Nino Breviglieri, ordinario di Coltivazioni arboree; Armando Trivellini, ordinario di Chirurgia generale e terapia chirurgica.

A colmare degnamente i vuoti che si sono riscontrati, o a coprire nuove cattedre, si sona trasferiti a Pisa: nell’anno accademico 1956-57, Federico Cafiero, ordinario di Analisi matematiche; Luigi De Luca, ordinario di Diritto ecclesiastico; Lisimaco Casarosa, straordinario di Parassitologia; Egidio Giannessi straordinario di Ragioneria generale; Cesare Luporini, straordinario di Storia della filosofia; nell’anno accademico 1957-58, Carlo Furno, ordinario di Diritto processuale civile; Luigi Gorla, ordinario delle istituzioni di Diritto privato; Guido Menegazzi, ordinario di Economia politica; Paride Stefanini, ordinario di Clinica chirurgica e terapia chirurgica.

Sono stati nominati titolari, in seguito a concorso: nell’anno accademico 1956-57, Giuseppe Salerno per la Patologia speciale e clinica chirurgica veterinaria; nell’anno accademico 1957-58, Francesco Barone, per la filosofia teoretica; Federigo Melis, per la Storia economica; Arnaldo Pizzorusso, per Lingua e letteratura francese; Dino Spisni, per la fisiologia generale e speciale degli animali domestici e chimica biologica; Giuseppe Toniolo, per la Radiologia.

Mentre porgiamo ai colleghi che hanno lasciato la nostra Università per continuare la loro opera in altre sedi, il riconoscente saluto per l’attività svolta in questo centro di studi, salutiamo con viva cordialità i nuovi colleghi, augurando ad essi un fecondo e sereno lavoro.

 

Il 7 dicembre del 1957 fu conferita, in forma solenne, a Giovanni Gronchi la laurea «Honoris causa» in Scienze Politiche. In questa sede il Presidente della Repubblica, alla presenza delle più alte autorità dello Stato, dei rettori delle Università e degli Istituti superiori, delle Autorità locali, del Corpo accademico e degli studenti, svolse una dotta dissertazione dal titolo «Trasformazione di struttura nelle economie occidentali» che ha avuto una larga eco nella stampa e nel mondo politico e culturale, e che comparirà nel prossimo «Annuario».

A Giovanni Gronchi, che, dopo aver conseguito la sua prima formazione culturale in questa Università e nella Scuola Normale Superiore è assurto alla suprema carica dello Stato, va il rinnovato e devoto saluto dell’Ateneo Pisano.

 

Nell’anno accademico 1956-57, con decreto del Presidente della Repubblica e su proposta del Ministero della pubblica istruzione, è stata conferita la medaglia d’oro dei benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte ai professori: Enrico Avanzi, G. Battista Funaioli, Enrico Pistolesi e Luigi Russo. L’onorifica distinzione è stata loro consegnata nella ricorrenza della celebrazione della battaglia di Curtatone e Montanara.

Hanno avuto la stessa distinzione, nel decorso anno accademico, i colleghi Francesco Cecioni, Gennaro Fiore, Costantino Jannaccone, Arturo Magliano e Vito Fazio Allmayer (alla memoria). A quelli presenti, sarà consegnata tra poco l’onorifica distinzione.

Saranno al tempo stesso conferite le insegne del Cherubino ai professori Leonardo Preziuso ed Enrico Avanzi.

Lieti e riconoscenti di essere stati compresi tra i meritevoli di queste distinzioni, porgiamo ai colleghi un affettuoso pensiero di plauso e di augurio.

Siamo poi lieti di segnalare gli assistenti ordinari che hanno coronato felicemente la loro preparazione scientifica, diventando titolari di cattedre universitarie e di istituti superiori. Essi sono: Francesco D’amato, Raffaele De Blasi, Nullo Glauco Lepori, Otello Magini, G. Battista Pellegrini, Dino Spisni, Aldo Romagnoli ed Ettore Funaioli, ai quali aggiungiamo Salvatore Carboni, anch’egli in attesa di lasciare il posto che occupa per assumere la cattedra universitaria.

Ci piace ricordare che il collega Giulio Battistini è stato eletto deputato al Parlamento e che il collega Cesare Luporini è stato eletto senatore della Repubblica; che il collega Remo De Fazi è stato eletto a Presidente della Società italiana di Scienze farmaceutiche; che i colleghi Remo De Fazi ed Enrico Puccinelli, in seguito ad elezione, fanno parte del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione; che al prof. Guglielmo Tagliacarne è stato assegnato il premio di selezione Marzotto per gli studi di Economia; che il «Premio di studio dott. Laura de Fazi», è spettato al prof. Giancarlo Berti.

 

Durante il biennio decorso, si sono svolte, a cura di Facoltà e Istituti di questo Ateneo, delle manifestazioni di carattere nazionale e internazionale. Ricordiamo le adunanze di chiusura del Congresso internazionale dell’insegnamento agrario; le Celebrazioni per il centenario della fondazione della Facoltà di Agraria; il 1° Congresso nazionale di medicina nucleare; il Simposio internazionale delle argille e dei terreni argillosi; i Convegni nazionali, promossi in accordo con l’Ente provinciale del Turismo, per le «nozze d’argento con la laurea»; il 45° Congresso nazionale della società italiana di Laringologia, Otologia e Rinologia; il 2° Simposio internazionale di «Agrochimica», destinato agli aspetti pedologici e biologici della nutrizione fosforica delle piante; il Convegno del Centro Internazionale di matematica, sul principio di minimo e sue applicazioni alle equazioni funzionali.

Sona proseguiti, con crescente interesse, i Corsi di Lingua e letteratura italiana per stranieri; è stato svolto un Corso di aggiornamento di cultura italiana per insegnanti svizzeri. Si è costituito ed ha iniziato la sua attività il «Teatro sperimentale universitario».

 

Nel ricordare che con uno speciale contributo di 150 milioni di lire -accordato al Consorzio interprovinciale universitario dalle province di Pisa, Livorno e Lucca e dai rispettivi capoluoghi- è stata possibile la realizzazione del «Centro studi calcolatrici elettroniche» e di un «Centro studi di Geologia nucleare» dotato di uno spettrometro di massa, siamo lieti di dare alcuni cenni sul funzionamento di queste attrezzature scientifiche, che pongono l’Università di Pisa all’avanguardia nelle nuove vie di ricerca scientifica e applicata.

Negli anni 1956 e 1957 il CSCE ha realizzato la progettazione e costruzione della «Macchina ridotta». All’inizio del 1958, secondo i programmi prestabiliti, è entrata in funzione tale macchina, la quale, oltre ad avere eseguito un certo numero di programmi proposti da istituti dell’Università di Pisa e di altre Università, ha fornito tutte le informazioni utili alla verifica e ad eventuali modifiche dei criteri di progettazione elettronica, da usare nella costruzione della «Macchina definitiva». Nel luglio di quest’anno è stato elaborato il nuovo progetto della «Macchina definitiva» e gran parte del progetto elettronico del nucleo centrale. Di questo è già iniziata, su vasta scala, la costruzione dei primi elementi.

I programmi di lavoro del CSCE prevedono il completamento della «Macchina definitiva» entro la fine del 1959, ed il suo collaudo entro la metà del 1960, ivi compresa tutta l’organizzazione della programmazione.

Per quanto riguarda le ricerche nel campo paleontologico, è stato portato a termine il programma impostato tre anni fa per la costruzione e l’attrezzatura di un Laboratorio di Geologia Nucleare. In esso si effettuano regolarmente datazioni fino a 10.000 anni, con il metodo del radiocarbonio, e datazioni di rocce antiche con i metodi del piombo.

Inoltre, uno spettrometro di massa, appositamente costruito, permette di eseguire misure di paleontemperature, fino ad oggi solo possibili nei Laboratori dell’Istituto Fermi di Chicago.

Il Laboratorio, in continuo ampliamento, funziona anche come Laboratorio del CNRN col quale è stata, a questo scopo, stipulata una convenzione.

A prescindere dalle importanti realizzazioni conseguite attraverso il Consorzio interprovinciale universitario, mentre confermiamo la grande utilità morale e finanziaria della sua opera, siamo lieti di annunciare che essa è destinata ad aumentare considerevolmente. Infatti, a seguito delle proposte formulate da una speciale Commissione per la riforma delle norme statutarie in vigore, gli Enti consorziati, attraverso riunioni tenute al di fuori della sede universitaria, hanno, in via di massima, stabilito di fissare su nuove basi l’entità dei contributi, i quali, per l’avvenire, verranno a risultare più che triplicati rispetto a quelli attuali.

La Cassa di Risparmio di Pisa ha continuato a dimostrare la sua comprensione verso questo Ateneo, concedendo nuove importanti attrezzature alle cliniche universitarie e agli istituti scientifici, ed aumentando, al tempo stesso, il suo contributo finanziario all’Università.

 

L’intensità della vita universitaria ha trovato modo di esprimersi anche attraverso speciali convenzioni. Varie di esse riflettono accordi degli Istituti scientifici col Consiglio Nazionale delle Ricerche, con organi dello Stato e con Enti di carattere nazionale. Due contemplano la istituzione di una cattedra di ruolo e di un posta di assistente ordinario presso la Facoltà di Agraria, realizzata da parte del Consorzio universitario, attraverso uno speciale contributo dell’Amministrazione provinciale di Pisa. Uno riguarda l’istituzione di un posto di professore di ruolo per la Clinica ortopedica, mediante i contributi dell’Istituto di Cure marine.

Degna di particolare rilievo la convenzione col Ministero della Difesa per la esecuzione di studi e ricerche nel campo della fisica nucleare. È stata firmata presso la sede del Rettorato il 16 luglio 1958, con l’intervento di S.E. il Generale Giuseppe Mancinelli, Capo di Stato Maggiore Generale della Difesa, e di alti esponenti delle Forze Armate. Essa prevede degli impianti di eccezionale importanza, dei quali potranno disporre i nastri studiosi, ai fini dell’impiego dell’energia nucleare a scopi pacifici.

A seguito di speciali accordi, è stato istituita, presso la Clinica medica, un Centro di medicina nucleare con annessa Scuola di perfezionamento, che, primo in ordine di tempo in Italia, apre nuove vie alla ricerca scientifica applicata alla terapia. Al tempo stesso, è sorta, pressa la Facoltà di Ingegneria, una Scuola di avviamento all’Ingegneria nucleare, che è stata accolta con vivi consensi.

È proseguita, attiva e proficua, la collaborazione con l’Accademia Navale, la Scuola Normale Superiore, la Domus Galilaeana e la Domus Mazziniana.

Sono stati e sono importanti gli scambi culturali tra alcuni nostri istituti e quelli stranieri. Notevoli anche i contributi, per speciali studi, assegnati da fondazioni culturali straniere e particolarmente americane.

 

Siamo lieti di segnalare la donazione, in favore della Università, di una rara e ricca collezione di stampe antiche e di disegni, fatta dal prof. Sebastiano Timpanaro Jr. e dalla signora prof.ssa Maria Cantini Timpanaro, in memoria del compianto prof. Sebastiano Timpanaro, che è stato il primo direttore della Domus Galilaeana. Tale collezione verrà decorosamente sistemata presso l’Istituto di Storia dell’Arte.

 

L’opera universitaria ha conferito in entrambi gli anni, dei posti di collegio, numerosi posti di studio gratuiti e semi-gratuiti, nonché borse di studio di varia entità, assegni di studio e sussidi; ha assistito altresì gli studenti bisognosi di cure sanitarie e climatiche. Ha provveduto alla rinnovazione dei locali della Mensa universitaria, che sono risultati più accoglienti e igienicamente perfetti.

 

Dopo avere accennato al senso di fiducia e di serenità che caratterizzano l’inaugurazione dell’anno accademico 1958-59, desideriamo fare alcune precisazioni, che sono fondate su fatti concreti e non meno concrete promesse.

La legge 21 marzo 1958, n. 287 ha dato una sistemazione, a carico dello Stato, di tutto il personale non insegnante assunto dalle Università per imprescindibili necessità di servizio, e, nello stesso tempo, ha esplicitamente ammesso il passaggio nei ruoli aggiunti, con decorrenza dal 1° maggio 1948, di quel personale non di ruolo che, assunto in data precedente, avrebbe dovuto rimanere a carico dei bilanci delle Università a decorrere dal 1953. Questi provvedimenti hanno praticamente risolto la questione relativa ai rimborsi di centinaia di milioni, che gli Atenei pretendevano da vari anni.

Le leggi 18 marzo 1958 N. 311 e N. 349, oltre a stabilire l’aumento di 150 posti per professori di ruolo e di 750 posti per assistenti Ordinari portavano il contributo ordinario della Stato, da 1 miliardo e 200 milioni a 2 miliardi e 200 milioni, per l’esercizio finanziario 1958-59, e a 2 miliardi e 700 milioni per gli anni successivi. Per quanto tali leggi costituissero un primo tangibile riconoscimento delle esigenze della istruzione superiore, non potevano soddisfare gli Atenei, che avevano fatto, qui in Pisa, richieste di ben altra entità, e che le avevano poi confermate e precisate nelle riunioni tenute a Firenze il 12 e 13 luglio del corrente anno.

Le richieste non sono cadute nel vuoto, e il problema della Scuola è stato ripreso dal Governo attuale su nuove basi, mediante il «Piano per lo sviluppo della Scuola nel decennio dal 1959 al 1969», il quale, dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri, è stata presentata al Senato della Repubblica.

Tale piano contempla dei provvedimenti di carattere essenziale, che possano essere così riassunti:

1) lo Stato eroga, per l’esercizio 1959-60 e per i nove esercizi successivi, la somma di 5 miliardi per l’edilizia universitaria; una somma uguale fa carico agli enti locali. Però per le Università che si trovano in zone depresse o in quelle che non possono contribuire nella misura totale a parziale prevista, vengono stanziati 2 miliardi annui per sopperire a tali deficienze;

2) sempre per il decennio, sono previsti 3 miliardi annui per l’arredamento;

3) il contributo di funzionamento a favore delle Università, del 1959-60, portata annualmente da 2 a 5 miliardi;

4) il fondo per le attrezzature scientifiche, a decorrere dal 1959-60 è portato annualmente da 2 a 5 miliardi;

5) le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici demaniali in uso perpetuo e gratuito alle Università, fanno carico al Ministero dei Lavori Pubblici;

6) a favore delle Opere universitarie è stanziato 1 miliardo per erogare i contributi fissi annui, e mezzo miliardo da ripartire di anno in anno, secondo le necessità. Pertanto, nessuna detrazione verrà fatta, per l’avvenire, dal contributo statale;

7) ad integrazione di quanto disposto nella citata legge 18 marzo 1953 n. 311, si dispone che per il quinquennio successivo a quello indicato, vengano annualmente istituiti 30 nuovi posti di professore di ruolo e 150 nuovi posti di assistente ordinario.

 

Per quanto non si tratti ancora di una legge, crediamo di avere fondate speranze circa l’approvazione del progetto governativo, tanto è sentito il problema universitario; e perciò siamo lieti di dare atto al Governo della nostra soddisfazione per quanta ha predisposto, senza tacere, per altro, che se le speranze dovessero essere deluse, le Università sarebbero costrette ad adottare mezzi di eccezionale portata.

Alla stregua di questo progetto, crediamo sia opportuno riesaminare il piano della sistemazione edilizia del nostro Ateneo.

Al riguardo, occorre avere una chiara ed organica visione delle esigenze di questo Centro di studi, prospettate - per quanto possa consentirlo il rapido progresso scientifico e l’incalzare dei problemi che ad esso si connettono - nello spazio di mezzo secolo.

Chi ha l’onore di parlare in questa sede, ha cercato, negli anni decorsi, in accordo con i competenti organi accademici, di ottenere, da parte dello Stato, il pieno assolvimento degli impegni assunti con la convenzione del 18 dicembre 1830, e, al tempo stessa, ha ritenuto che l’apporto del 50% richiesto agli Enti locali dovesse contemplare soltanto le pressanti esigenze edilizie, sopraggiunte nell’ultimo decennio.

Mentre si avviava alla soluzione qualche settore del complesso problema edilizio, fu affacciata la possibilità di una soluzione di più ampio respiro, particolarmente per gli istituti di una Facoltà, soluzione che venne tenuta in considerazione a patto, però, che la parte presa in esame, per quanto importante e di indiscussa urgenza, venisse compresa in un provvedimento legislativo unico, il quale, pure graduando la esecuzione delle opere richieste, le comprendesse tutte.

Per inquadrare il problema edilizio universitario nel piano predisposto dal Governo, dobbiamo stabilire, grosso modo, l’entità delle nostre richieste; le quali, per ciò che riguarda la seconda soluzione prospettata, in base a calcoli di larga massima fatti insieme al locale ufficio del Genio civile, fanno prevedere una somma di 8-10 miliardi di lire, dei quali circa due terzi destinabili alla sistemazione delle cliniche e dei reparti spedalieri.

Alla chiarezza delle vedute, non deve essere disgiunta la rapidità delle decisioni da prendere da parte dei Ministeri della Pubblica Istruzione e dei Lavori Pubblici; e perciò chiediamo di conoscere, senza indugio, le direttive di massima che ci possono essere date, assicurando, da parte nostra, che l’Università, nei limiti della sua competenza, avrà cura di renderle operanti entro il più ristretto limite di tempo.

Appena conosciute queste direttive, si dovranno approntare i progetti di massima, nell’attesa di passare a quelli definitivi.

L’Università è decisa a procedere con la massima urgenza circa la preparazione dei progetti, i quali, almeno in parte, dovrebbero essere esecutivi non appena la legge diverrà operante. Occorrerà disporre, al riguardo, di una somma adeguata, che sarà senza dubbio considerevole, e della quale ci riserviamo di fare richiesta al Consiglio di Amministrazione. Tanto meglio se potremo contare su di uno speciale contributo dello Stato, sulla base delle affermazioni - contenute nella «Esposizione economica e finanziaria», fatta alla Camera dei Deputati dal Ministro del Bilancio prof. Giuseppe Medici, al quale abbiamo creduto opportuno fare appello. Ci assiste anche la fiducia del concorso della Cassa di Risparmio, la quale da tempo, si è dimostrata particolarmente sensibile a questo problema. Ma, comunque sia, è nostro intendimento di procedere senza indugi, confidando che l’Ufficio tecnico della Università, in accordo con le direttive del Provveditorato per le Opere Pubbliche della Toscana e dell’Ufficio del Genio Civile, possa essere il centro di coordinamento delle progettazioni.

Attendiamo, ci sia consentito di ripeterlo, le indispensabili direttive entro un termine che deve essere necessariamente breve.

Alla rapidità delle decisioni, deve far seguito quella della esecuzione, la quale, non dovrebbe andare oltre il primo quinquennio di applicazione della legge progettata.

Se dovessimo ripiegare sui piani predisposti allorché non si potevano prevedere le attuali direttive del Governo, vorremmo, intanto, che diventasse subito operante la legge l° agosto 1957, n. 743, con la quale venivano assegnati 1.200 milioni di lire, di cui 600 a carico degli Enti locali, per la sistemazione delle cliniche, tra le quali ci sembra debba essere presa in particolare considerazione quella Otorinolaringoiatrica, la cui sede è del tutto inadeguata alle esigenze scientifiche, didattiche e umane.

 

Dopo avere esposto alcuni concetti che riguardano il piano edilizio generale, desideriamo accennare a particolari problemi che esigono - e che possono avere - una pronta soluzione.

La nuova sede della Facoltà di Medicina veterinaria è in via di realizzazione: sono praticamente disponibili gli stanziamenti dello Stato, della Provincia e del Comune di Pisa. Si tratta di un’opera da tempo reclamata, che con la soluzione prescelta, permette di avvicinare la Facoltà di Veterinaria a quella di Agraria e di rendere gradualmente liberi l’area e gli edifici della sede attuale. Le verrà così consentito l’auspicato sviluppa delle attività scientifiche, non poche delle quali hanno degli importanti riflessi che riguardano la vita umana; e ciò indipendentemente dalle oscillazioni del numero degli allievi, sul quale influirà favorevolmente la cessazione di altre Facoltà di Veterinaria, sorte in questi ultimi anni.

Altro problema assillante e che si protrae oltre ogni previsione, e che vorremmo vedere rapidamente risolto, è quello che riflette il completa mento dell’Istituto di Chimica farmaceutica, il quale è destinato ad ospitare anche istituti affini. Un ulteriore ritardo, oltre ad essere di pregiudizio al funzionamento della Facoltà di Farmacia, espone all’usura del tempo le parti costruite, le quali, prive come sono delle indispensabili attrezzature scientifiche, non possono essere in alcun modo utilizzate. Poiché questo Istituto costituisce ormai, nella Città, il solo edificio di interesse pubblico che non è stato portato a compimento, auspichiamo che giungano al più presto le attese disposizioni per la conclusione dei lavori.

Reclamiamo, ancora una volta, la necessità di chiudere il capitolo dei danni di guerra, attraverso la concessione della somma residua di poche decine di milioni, che permetta finalmente a questa Università di sostituire le attrezzature distrutte o deteriorate dalla guerra.

Un altro problema che vorremmo fosse avviato ad una pronta soluzione è quello riguardante il trasferimento della Biblioteca universitaria al Palazzo Vitelli. Tale realizzazione, divenuta possibile da quando S. E. Togni, nella veste di Ministro dei LL.PP. - tenendo presenti le richieste fatte parecchi anni or sono dall’Università e dimostrando, ancora una volta, la conoscenza e la comprensione dei problemi di questo Ateneo - ha disposto lo stanziamento di 200 milioni di lire per i lavori di adattamento del vecchio palazzo ai quali vanno aggiunte 40 milioni di lire per le nuove costruzioni destinate alle famiglie che ancora lo abitano. Ci auguriamo che gli ostacoli, che derivano da queste, possano essere prontamente rimossi, sia pure gradualmente, onde consentire le indispensabili progettazioni e l’inizio dei lavori.

 

Mentre l’Università è protesa verso la soluzione di questi problemi, è lieta di ricordare le opere compiute nell’ultimo biennio.

Gli Istituti della Facoltà di Lettere e filosofia, e alcuni della Sezione di lingue e letterature straniere della Facoltà di Economia e commercio, sono stati sistemati nell’edificio dell’ex Collegio Ricci, con moderne aule, costruite su di un’area adiacente, acquistata dall’Università.

L’Istituto di Storia dell’arte, sta sistemandosi convenientemente presso la sede del Museo Nazionale di S. Matteo. Le opere murarie sono pressoché finite; l’Università ha disposto per un primo indispensabile arredamento.

L’Opera universitaria, malgrado le lentezze e le limitazioni imposte dalla Sopraintendenza ai monumenti, ha costruito il primo nuovo collegio, impiegandovi la somma di 100 milioni di lire. In esso sono decorosamente ospitati, in seguito a concorso nazionale, un gruppo di allievi delle Facoltà di Giurisprudenza e di Medicina e chirurgia.

Questa costruzione avrà ora un nuovo impulso attraverso una convenzione, in via di perfezionamento, in seguito alla quale l’Opera universitaria disporrà della somma di 30 milioni di lire, dietro l’impegno di istituire due borse di studio da lire 500.000 per studenti di Ingegneria, e una borsa di perfezionamento pure in Ingegneria, di lire 650.000, che dovranno intitolarsi alla memoria dell’ing. Carlo Fascetti, scomparso nella pienezza della sua attività. Tale convenzione, che decorrerà dal corrente anno accademico, richiama alla nostra mente la venerata memoria del Cavaliere del Lavoro Giuseppe Fascetti, il quale, membro del Consiglio di amministrazione della Università è di quello dell’Opera universitaria, fu un autorevole assertore della costruzione di questo Collegio. Essa ci conferma anche l’attaccamento che l’on. Aldo Fascetti dimostra per la nostra Università, la quale lo ebbe allievo, e poi membro del Consiglio di amministrazione.

Il tempo ci vieta di soffermarci su problemi di minore importanza che sono parzialmente risolti o avviati ad una prossima soluzione.

Ricorderemo soltanto la sistemazione degli Uffici di Segreteria nell’edificio attiguo alla sede del Rettorato e che si affaccia sul Lungarno Pacinotti e su via Serafini. È, anche questo, un altro notevole passo verso lo sfollamento del palazzo della Sapienza, carico di storia ma sovraccarico di attività.

Ricorderemo altresì che il Consiglio di amministrazione dell’Università ha preso l’impegno di costruire, nella sede della Facoltà di ingegneria, il nuovo Istituto di Elettronica.

 

Col pensiero rivolto a Dio, che ha sorretto le nostre forze e guidato la nostra mente, esprimiamo la più viva riconoscenza alle Autorità, al Consorzio interprovinciale universitario, al Consiglio di amministrazione, al Senato accademico, al Corpo accademico, ai Docenti e agli Assistenti, e attestiamo i sentimenti del nostro animo grato a tutti i Funzionari della sede centrale, delle Facoltà e degli Istituti, i quali hanno in vario modo collaborato per lo svolgimento di un lavoro che osiamo dire fecondo.

Siamo qui raccolti per una visione attuale e retrospettiva, ma soprattutto per un atto di fede, che vorremmo trasfondere agli studenti, che abbiamo il compito di istruire e di educare.

All’inizio di nuove attività, nell’assicurare che ciascuno sarà pari ai compiti che gli competono, dichiariamo aperto l’anno accademico 1958-59, 615° dalla fondazione, e preghiamo il collega prof. Luigi Arialdo Radicati di Brozolo di tenere il discorso inaugurale sul tema: «La fisica e il suo significato per l’uomo di oggi».

 

Enrico Avanzi

 

Da: Annuario dell’Università degli studi di Pisa per l’anno accademico 1958-1959.

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