Colombo affida la continuazione della sua opera ai colleghi, ingegneri Alimonti, Baroni, Belluzzo, Giordano e Semenza, da tempo suoi collaboratori, che pubblicarono la 38. ed. (1919). Dal 1933, ai quattro colleghi superstiti (Semenza era deceduto nel 1929) si affianca il "segretario del comitato di redazione", Rossi, che curerà in seguito, fino all'ottantesima, le edizioni del dopoguerra.
Le dimensioni dell'opera si sono accresciute: il manuale contava 260 pag. nel formato 10x15, per uno spessore di 10 mm e arrivava a 1435 pag. nel 1939 (70. ed.), con uno spessore di 38 mm. Fino alla 80. ed. (1958) non vi sono stati cambiamenti sostanziali: "stile telegrafico", intento di essere tascabile o quasi, attraverso vari artifici tipografici. La 81. ed. appare nel 1985. Il nome muta in Nuovo Colombo e il carattere dell'opera cambia: le pagine salgono a 4600, divise in due volumi 15x21 più un piccolo indice analitico. Nella 84. ed. (2003) alcuni dati, norme tecniche ed applicazioni sono riportati anche su cd-rom. Silvestri osserva, nella prefazione alla 81. ed.: "i manuali offrono lo stato dell'arte della tecnologia, sono quindi una preziosa documentazione datata della storia della tecnica".
Partendo dalla prima edizione del Colombo si può tentare di accennare un quadro della storia del progresso industriale italiano. Nella 1. ed. non compare alcun riferimento all'elettricità, che troviamo nella 13. ed. (1893). Almeno fino alla 19. ed. (1903), l'elettrotecnica occupa una sezione minima e non vi è riferimento all'uso industriale dell'energia elettrica, che evidentemente non veniva considerata una tecnica acquisita. Sempre nella 19. ed., grande spazio è dato alle motrici alternative a vapore, mentre le "motrici a scoppio" e le "macchine frigorifiche" sono trattate in un'unica pagina. Nel 1911 (28. ed.) è presente una sezione sulla trazione elettrica e viene ampliata la sezione sui motori a combustione interna; compare una sezione sulle turbine a vapore e viene riportato il diagramma di Mollier. Nel 1929 il manuale, passato in gestione agli allievi di Colombo, viene "ampliato e ringiovanito in alcune parti": appaiono nozioni di architettura navale, aeronavigazione, telegrafia e radiocomunicazioni. Questa revisione si completa nel 1939 (60-65. ed.), quando il manuale assume la forma che avrà fino alla 80. ed. e viene diviso in dieci sezioni: matematica, fisica applicata, idraulica, materiali, elasticità applicata, ingegneria civile, ingegneria meccanica, tecnica dei trasporti, tecnologie industriali, elettrotecnica. Esse sopravvivono, con nomi diversi, anche nel Nuovo Colombo, che incorpora altri ampliamenti: l'ingegneria chimica e nucleare, assieme alla microelettronica, nell'81. ed.; l'ingegneria gestionale e ambientale nella 83. ed. del 1997, con un capitolo sull'informatica e sui metodi di calcolo agli stati limite. L'ultima ed. (84.) vede l'inclusione di una sezione su qualità e sicurezza, di capitoli su robotica, ingegneria sismica, adesivi strutturali e mercato dell'energia.
Le dimensioni del manuale crescono di pari passo con il dilatarsi delle conoscenze ingegneristiche; Silvestri osserva che l'aumento di dimensioni del Colombo dalle origini equivale all'aumento nello stesso periodo del prodotto nazionale lordo: si spinge quindi a ipotizzare che prodotto e sapere crescano allo stesso ritmo e conclude che il sapere rappresenta esso stesso una forma di ricchezza.